Pippo reporter – La piuma d’oro.

PIPPO REPORTER – LA PIUMA D’ORO (Topolino 2982)

 

Pubblicata su: Topolino 2982 (22 gennaio 2013)

Testo: Teresa Radice

Disegni: Stefano Turconi

Lunghezza: 40 (20 + 20) pagine (divisa in due parti)

Rating: 4,5 stelle

 

Cari lettori, dopo un po’ di tempo dall’ultima volta riprendo a scrivere di fumetti.

In particolare questa volta intendo parlare dell’ultimo capolavoro disneyano della coppia Teresa Radice – Stefano Turconi. Sì, capolavoro, perché gli autori in questione sfornano continuamente storie che non possono essere definite altrimenti. Questi due grandi artisti con le loro sublimi storie fanno del settimanale “Topolino” un Fumetto con la lettera maiuscola. Veniamo però alla storia in questione.

 

Si tratta dell’ennesimo capitolo della serie “Pippo reporter”. Il protagonista è Pippo in veste, appunto, di reporter. Di volta in volta è accompagnato da vari personaggi topoliniani. In questo caso ad affiancarlo ci sono Horace Horse (Orazio), Claire (Clarabella) e Minni.

La comitiva parte alla ricerca di un mitico tesoro assieme a due archeologi gemelli, evento patrocinato da Horace, sindaco della città, alla volta dell’Africa orientale. Una volta arrivati, la ricerca del tesoro porterà a molte avventure nella giungla, ma ciò su cui voglio soffermarmi è l’aura di poesia che avvolge l’intera vicenda.

 

Vi sono nella storia sequenze che sono memorabili per il tocco delicato e sublime che ricevono dalla mano fatata di Stefano Turconi; si può senza dubbio affermare che ormai l’intesa artistica tra la scrittrice dei testi e l’esecutore dei disegni è semplicemente perfetta: i disegni di Turconi (che di storia in storia vanno sempre più perfezionandosi in un crescendo di estro artistico) esprimono, quasi parlassero da sé, esattamente ciò che Teresa Radice vuole dire con i suoi testi, e quindi le due componenti della storia arrivano a fondersi, sublimandosi in un risultato spettacolare. Cibo per la mente e delizia per gli occhi.

 

In questa storia, i dialoghi brillanti, fatti di battute a volte irresistibili, frutto di una scrittura estrosa e briosa, si fondono con sequenze che sono pura poesia.

Il dono che Horace fa a Claire dell’anello appena rinvenuto tra i reperti culmina in una vignetta stupenda a pag. 24, seguita da altre che raffigurano l’estasi di Claire per quel pegno d’amore. L’anello, dono del re Sal l’omone a Makeda, regina di Baba, tra l’altro permette a Claire di comprendere il linguaggio degli animali, sopra tutti il mitico uccello, la fenice, che la regina Makeda aveva addomesticato millenni prima; fenice che ha atteso fedelmente il ritorno della sua padrona (che ora riconosce in Claire, chiamandola regina, con stupore di quest’ultima, che non ne comprende il motivo) nel luogo dove Makeda aveva nascosto il suo tesoro.

La fenice guida i nostri personaggi al luogo del tesoro: una fortezza antichissima, nascosta in un posto remoto nella bocca di un vulcano spento, a cui si arriva attraverso una galleria che fora la parete di questo vulcano spento. Dopo vari tentativi di accedervi, i nostri scoprono che una porta scorrevole si apre grazie ad una piuma di fenice, che Claire indossava sul suo turbante dopo averla ritrovata una mattina davanti alla sua tenda, a pag. 28.

Segue quindi, dopo l’accesso alla fortezza, un’altra sequenza intensa e carica di sentimenti, a pag. 41: davanti ad una statua d’oro della regina Makeda, che ha le fattezze di Claire (ecco quindi il motivo per cui la fenice riconosceva in Claire la sua regina) Horace rimane incantato dalla sua bellezza, facendole un complimento che gli vale un bacio.

 

Seguono varie vicissitudini e inconvenienti, che salto per arrivare alle tavole finali, le più belle e poetiche dell’intera storia.

 

Claire, in fuga insieme agli altri dalla fortezza che sta per saltare in aria a causa dell’esplosivo piazzato da Gambadilegno e Plotti (inviati da Blackspot, capo e editore del giornale di Pippo, per rubare il tesoro) nel tentativo di accedervi, si accorge che la fenice è intrappolata sotto alcuni massi e si prodiga per liberarla. Ma il tempo è poco e Horace è costretto a trascinarla via per non saltare in aria insieme alla fortezza, facendole abbandonare la fenice al suo triste destino; la fenice però dice a Claire qualcosa prima che ella fugga via. Segue l’esplosione. Il tesoro di re Sal l’omone è perduto, di esso non rimane che l’anello che Horace ha regalato a Claire, e che ella restituisce affinché venga dato ad un museo.

 

Eccoci giunti quindi alla stupenda sequenza finale (pag. 50-53) che culmina in un climax emotivo che ne fa poesia allo stato puro.

 

Mentre tutti si allontanano su una barca lungo il fiume, Minni scorge all’improvviso un essere in volo. Il testo della storia dice:

Incredibile… ma vero! Dalle ceneri del cratere si librava in volo… una nuova, giovane, splendida fenice dalle ali sgargianti.

Di tutti noi, Claire era la più emozionata: aveva l’aria di chi ha appena avuto la conferma di una promessa mantenuta…

Forse pensava alle ultime parole che si era sentita dire da quel volatile leggendario: “Non temere, mia regina… Ogni fine è anche un nuovo inizio!”.

A suggello e conclusione di questa magnifica sequenza, segue la parola “fine” scritta da Pippo sulla sua macchina da scrivere Olivotti lettera 23, con la quale ha scritto il resoconto di questa avventura esotica.

 

Questo finale meraviglioso, sublime scritto da Teresa Radice è tradotto in immagini dal tocco magistrale di Stefano Turconi; immagini che, straordinariamente, rendono alla perfezione il pathos e il carico emotivo che il testo vuole esprimere, e fanno di questa sequenza finale una delle più belle pagine di storia a fumetti disneyana degli ultimi anni. L’ennesimo capolavoro della coppia Teresa Radice – Stefano Turconi.

Pippo reporter – La piuma d’oro.ultima modifica: 2013-02-05T21:17:00+01:00da arteletteratura
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